I nostri servizi
Broker
Conti Fine Wine Selections può diventare il vostro broker indipendente di vini ed aiutarvi a trovare i migliori vini di tutto il mondo per la vostra azienda o per la vostra collezione personale.
Consulente
Possiamo fornire una consulenza esperta ed il supporto di un Sommelier Certificato per il vostro ristorante, evento o collezione privata di vini.
Distributore
Distribuzione di vini Italiani in Toscana e Liguria, specializzata in piccole aziende a conduzione familiare con agricoltura sostenibile
Offrire un servizio elite di vini
Il palato di Manuel Conti per i vini virtuosi è nato lavorando con i genitori, nella loro umile bottega al Mercato Centrale di San Lorenzo a Firenze.
L’azienda di famiglia è ricca di storia dal 1929 e si è tramandata attraverso 4 generazioni….
I suoi molti anni di esperienza ed il suo palato esigente per il vino si riflettono nei suoi riconoscimenti e nella sua esperienza culinaria.
Perché non ci sono punteggi indicati sui vini del nostro sito?
Sì, stiamo parlando delle varie riviste famose….
Per rispondere a questa domanda, vorremmo utilizzare le parole di due grandi produttori e personalità che rispettiamo ed ammiriamo molto:
Teobaldo Cappellano (Cappellano)
“Nel 1983 chiesi ad un giornalista di non pubblicare il punteggio dei miei vini. Così fece, ma non solo, sul libro Italian Nobile Wines scrisse che chiedevo di non far parte di classifiche ove il confronto, dagli ignavi reso dogma, è disaggregante termine numerico e non condivisa umana fatica. Penso alle mie colline come una plaga anarchica, senza inquisitori o opposte fazioni, interiormente ricca se stimolata da severi e attenti critici; lotto per un collettivo in grado d’esprimere ancor oggi solidarietà contadina a chi, da Madre Natura, non è stato premiato. E’ un sogno? Permettetemelo.”
Matthew Fioretti (Cerbaiona)
“Invito i giornalisti che ci visitano, quindi impegnati a degustare i nostri vini, a esprimere il proprio giudizio su Cerbaiona senza ricorrere a punteggi.
Le strategie più ricorrenti per recensire i vini attingono, infatti, ai numeri. La cosa, però, desta perplessità.
Capita sempre più spesso che un vino venga identificato con un punteggio, per esempio “E’ un vino da 97 punti”.
Tuttavia rimane vago e impreciso ciò a cui si riferisce tale numero: il suo significato.
I viticoltori e produttori di vino usano valutazioni, descrizioni e numeri analitici nella propria arte, ma il sistema dei 100 punti?
Non v’è ombra di ciò. Questo fatto dovrebbe far riflettere i critici e i lettori su che cosa esprimono i punteggi e a che cosa mirano.
Il numero offre una grande precisione, ma che cosa sta misurando?
L’uso dei punteggi soddisfa esigenze di vendita e di marketing, inoltre aumenta la capacità di un critico di influire.
Si tratta però di un sistema che, anziché educare alla comprensione e al rispetto per la viticoltura,
crea uno scollamento fra la bellezza naturale del vino e il mondo dei critici e consumatori.
Un mondo – che così diventa – parallelo: incurante e forse inconsapevole del lavoro di chi coltiva uva e produce vino.
Le considerazioni di Teobaldo Cappellano sono profonde e appropriate.
Fanno riflettere sull’impatto che i punteggi esercitano sull’integrità di un produttore.
Così come viene alla ribalta l’idea di certezza inconfutabile e dogmatica che nasce dall’assegnazione di un numero.
Forse è auspicata una forma di giornalismo gentile ed inquisitivo capace di andare oltre il bazooka dei punteggi,
dei danni collaterali e dell’atteggiamento di uno solo sulla vetta.
Viticoltura e produzione di vino richiedono non poca pazienza e umiltà.
Il vino dovrebbe suscitare curiosità e fascinazione, dovrebbe essere libero di essere.”